Santi, poeti e biscottini. Sebastiano Vassalli e la “bassa”

Stavo (ri)leggendo La chimera di Sebastiano Vassalli circa un mese fa, quando mi sono ricordata di una cara amica e di una sua richiesta che non ho mai soddisfatto: perché, tu che sei di Novara, non mi scrivi qualcosa sui luoghi letterari di Vassalli?

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Mi sono imbattuta a un certo punto in un capitolo che si chiama “La beata Panacea” e, come spesso accade alla mente che è un meccanismo strano, sono inciampata pure in ricordi vecchi quasi 15 anni. Di questi biscottini tipici di Ghemme (le beatine), che ho assaggiato per la prima volta in prima Liceo. (Una cosa un po’ alla Proust insomma, ma con risultati meno soddisfacenti). E in una pausa pranzo (davanti alla mia schiscetta) ho deciso di scrivere di come ancora oggi la festa della Beata Panacea, esattamente come accadeva nel seicentesco mondo descritto da Vassalli, sia particolarmente sentita dalla comunità locale.

Ho sciorinato un po’ anche sulle atmosfere tipiche della “bassa”, che Sebastiano sapeva far emergere così bene nei suoi libri. Insomma, storie di santi, di pianura, di scrittori e pure di biscottini. Che volete di più? Potete leggere il risultato Qui, su un articolo uscito sul sito Turismoletterario.

Se invece vi piacciono le curiosità storiche, letterarie, insomma tutto ciò che sta dietro alla vita di personaggi famosi come Cleopatra, Rasputin o Petrarca: date una spulciata ai miei post in Cose che non sapevi di voler sapere

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